di Carlo Geremia – carlo.geremia@nctm.it
Recentemente mi ha scritto un giovane studente italiano, attualmente in Cina, per discutere del suo progetto di studiare, dopo la maturità scientifica appena conseguita, legge presso un’università cinese. Lo scambio di corrispondenza che ne è seguito mi sembra testimoni l’estrosità e il coraggio di questo studente nel disegnare una figura professionale inedita con un altrettanto inedita combinazione di competenze. Senz’altro un bel esempio e, fortunatamente, non l’unico.
Questo è il testo (con alcune modifiche) dell’e-mail che ho ricevuto:
“… Qui in Cina ho lavorato come interprete italianocinese per un anno e mezzo in due imprese italiane, dopo ciò ho deciso di fermarmi con tale lavoro per perfezionare ulteriormente la lingua Cinese e prendere i dovuti certificati: a tal scopo mi sono recato in un’università cinese, dove sono tutt’ora. Per il futuro desidererei intraprendere una carriera che mi porti un giorno ad avere la possibilità di esercitare l’avvocatura internazionale in Cina. Qui in Cina potrei affrontare un percorso di studi relativo al diritto, frequentando un corso universitario di 4 anni (insegnato in lingua Cinese), per poi eventualmente procedere con un master in “diritto internazionale”, dato che quest’ultimo sembra non essere contemplato nelle facoltà di laurea quadriennale.
Tuttavia non sono certo del valore effettivo di un certificato di laurea ottenuto qui in Cina, né sono al corrente della situazione di impiego per personale con tali qualifiche.”
La mia risposta è stata:
“Il tuo progetto di studi mi sembra interessante perché originale e, credo, dettato dalla passione. Sull’iniziare la tua formazione giuridica in Cina, però, ci sono degli aspetti ambivalenti di cui terrei conto. Sarà senz’altro un “plus” per te studiare l’ordinamento cinese in lingua cinese perché ti consentirà di raggiungere una padronanza della lingua, almeno relativamente all’ambito giuridico, che pochi stranieri riescono a conseguire. Questo ovviamente sarà un vantaggio
nel mondo del lavoro. Cercherei, allo stesso tempo, di mantenere la consapevolezza che l’ordinamento cinese è ancora molto giovane e con delle distorsioni meno marcate o assenti in ordinamenti giuridici più maturi. Mi riferisco in particolare a:
- la non piena affermazione, in alcune aree del diritto ed in alcune circostanze, del principio di legalità;
- certe anomalie della gerarchia delle fonti normative in cui può verificarsi che, di fatto, regolamenti o direttive da parte delle autorità amministrative possono prevalere su fonti normative di rango superiore;
- un sistema giudiziario che sta ancora gradualmente affermando il proprio ruolo nella creazione di un corpo giurisprudenziale (ossia di sentenze adeguatamente argomentate) cui fare riferimento per l’interpretazione delle leggi e regolamenti.
Queste sono tutte “peculiarità” proprie dell’ordinamento cinese che non sono presenti, almeno in forma consolidata, negli ordinamenti dei paesi occidentali e, più in generale, in quegli ordinamenti le cui leggi solitamente si applicano nelle transazioni internazionali (mi riferisco a: Inghilterra, Stati Uniti e, relativamente alla Cina, anche Hong Kong). Condivido quindi il tuo progetto di un master o altro corso di studi successivo alla laurea cinese che ti consenta anche di prendere conoscenza, almeno a livello rudimentale, di come funziona un altro sistema giuridico più maturo.
Tieni presente, inoltre, che di questo master, o addirittura seconda laurea, potresti comunque aver bisogno se tu intendessi conseguire la qualifica professionale di avvocato in Italia oppure in un altro ordinamento. In Cina, infatti, al momento, non è consentito agli stranieri sostenere l’esame di avvocato. Sul diventare “avvocato internazionale”, infine, credo non esista una figura professionale ben definita che possa essere associata a questa definizione. Nel senso che, solitamente, prima si matura la propria formazione ed esperienza professionale all’interno di un sistema giuridico. Solo successivamente, per studi specialistici e, soprattutto esperienza professionale, si possono acquisire competenze specifiche in operazioni e progetti in cui, per la presenza di elementi transnazionali, trovano applicazione contemporaneamente leggi di ordinamenti giuridici diversi. Aggiungerei che diventare “avvocato internazionale” è più il risultato di un percorso professionale che accademico.”
Se desiderate chiarimenti in ordine al tema oggetto del presente articolo, o in generale, se desiderate una consulenza in materia di internazionalizzazione in Cina contattate NCTM Studio Legale Associato, Shanghai
Per ulteriori approfondimenti: carlo.geremia@nctm.it
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