Ogni giorno passavo davanti al cantiere di Porta Nuova Varesine e pensavo: il mio ristorante nascerà lì.
Così Andrea Berton ha scelto l’avveniristico quartiere di Porta Nuova Varesine: un contesto moderno e lineare che riflette una cucina essenziale ed elegante, dove i sapori sono sempre riconoscibili al palato. Insolito protagonista all’interno del suo menù è il brodo che, nobilitato a piatto vero e proprio, rappresenta la massima sintesi dellʼingrediente principale di ogni piatto. Il menu cambia a seconda della disponibilità degli ingredienti proponendo, accanto alla tradizionale carta, una formula “a pranzo” che concilia esigenze di tempo del pubblico e grande qualità. L’attenzione dell’ospite si spinge in cucina, vera protagonista del ristorante, disegnata su misura e dotata di grandi vetrate che filtrano luce naturale. La sala rispecchia la filosofia dello Chef: elegante e rigorosa, grazie alla parete di vetro che la separa dalla cucina è possibile seguire con discrezione i movimenti della brigata di Berton. Per coloro che vogliono “spingersi oltre” c’è il tavolo esclusivo per due persone ricavato da una nicchia che si affaccia sulla cucina e permette di degustare un menu libero proposto dallo Chef. La stessa nicchia prosegue al di là del vetro che separa la sala dalla cucina, offrendo un intimo tavolo per quattro persone che concede maggiore privacy. Il ristorante dispone inoltre di una saletta privata dotata di schermo a parete che la rende adatta a incontri di lavoro per un massimo di otto persone.
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Foto del Ristorante Berton di Felice Scoccimarro
LO CHEF BERTON RISPONDE ALLE DOMANDE DI BEESNESS
Ha deciso di investire nell’ex Quartiere Varesine. Come mai questa scelta? Crede molto nelle potenzialità di una città come Milano?
È una scelta voluta perché innanzitutto è un’area completamente nuova di Milano, quindi la Nuova Milano, e devo dire che mi sta dando grosse soddisfazioni e poi perché cercavo un luogo che non avesse nessun tipo di collegamento a nulla, un luogo nuovo quindi, zero punto zero, come si dice. Assolutamente altrimenti non avrei investito su 3 ristoranti, quindi ci credo fermamente.
Secondo lei, Expo 2015 porterà dei benefici per Milano e per l’Italia intera?
Porterà grandi benefici. È importante però che questa occasione la si sappia gestire nel modo migliore per poi dare un seguito a quello che accadrà in questi 6 mesi: perché in questi 6 mesi succederà di tutto, ma bisognerà fare in modo che succeda di tutto anche dopo.
Ideerà dei piatti per Expo 2015?
Ho già ideato il mio piatto per Expo 2015 che è il Risotto in Brodo. un piatto che richiama il mio Menu Brodo quindi questo risotto, con ingredienti lombardi, è un’idea del riso in brodo classico, ma pensata sulla mia filosofia.
Quando si e’ accorto di avere raggiunto il successo?
Mai raggiunto il successo: lo devo ancora raggiungere.
Cosa pensa degli Chef che vanno in televisione?
Sono bravi perchè stanno valorizzando molto la cucina italiana e gli faccio i miei complimenti.
BREVE STORIA DI ANDREA BERTON
È uno tra i Marchesi Boy più di talento. Un cuoco che, a suo tempo, centrò un importante obiettivo: le due stelle Michelin al Trussardi alla Scala arrivarono un anno dietro lʼaltro (2008 e 2009), evento che prima di lui siglò il cammino proprio del maestro Gualtiero Marchesi tra il 1977 e il 1978 in Bonvesin della Riva, lo stesso tempio in cui il pivot friulano iniziò a esibire le prime giocate di classe. In pochi anni, il nostro cuoco era riuscito a sconfessare alla grande il teorema di Fela Kuti: nei ristoranti modaioli milanesi attorno a piazza Duomo si può andare molto oltre lʼexpensive shit che lamentava il musicista nigeriano in quel pezzo. È questo un merito notevole, due volte superiore se si considera che lʼinsegna era griffata da una maison di moda.
Certo, se il ragazzo ne ha percorsa parecchia di strada, il merito è anche di tutti gli altri luoghi e persone che contribuirono a definirne la visione: Mossimanʼs a Londra, Pinchiorri a Firenze, Louis XV a Montecarlo. Ma soprattutto la Taverna di Colloredo a Monte Albano, Udine, la casa dolce casa da cui Berton uscì per andare a vedere (e collezionare) le stelle. Lasciato il timone del Trussardi nel 2012, ha aperto non lontano assieme a dei soci il bistrot Pisacco, in via Solferino e poi Dry, cocktail & pizza.
Ma l’ambizione del grande ristorante è tornata integra nel dicembre 2013, con il varo dell’insegna che porta il suo cognome nell’avveniristico complesso di Porta Nuova Varesine a Milano. «Rimangono le mie idee», ci spiegò agli inizi, «ma voglio meno rigidità, più freschezza, naturalezza, libertà. Pochi elementi, abbinati in modo innovativo». La prima stella Michelin arriva subito: novembre 2014.