Ristoranti e bike cafè, ciclofficine doc o con il pollice verde, consegne a domicilio a emissioni zero. Il mondo della bicicletta mostra il lato fruttuoso delle due ruote. Un business che viaggia con la marcia in più di chi vuole trasmettere una passione.
Le idee che vanno in bicicletta hanno qualcosa di originario ancor prima che di originale. Basta fare una ricerca per scoprire che la nascita di format e storie imprenditoriali che ruotano attorno a questo mondo affonda le proprie radici in un sottobosco attivo per la diffusione della cultura della bicicletta. In Europa il giro d’affari del settore vale 220 miliardi (dati ECF). Nella classifica della European Cycling Foundation l’Italia si piazza al 17posto per l’uso ancora poco rilevante del mezzo – il 5% della popolazione contro i Paesi Bassi, capolista con il 40% -, e fortemente penalizzata da una mancanza di sicurezza sulle strade. Eppure qualcosa si muove. La vendita di biciclette cresce del 6,6% e siamo il maggior produttore europeo, con un ruolo di rilevanza nel comparto bambino (dati CONEBI). Il primato italiano – con il 30% della popolazione che sceglie di pedalare quotidianamente- lo conquista Bolzano premiata, nel 2015, per la qualità della vita. Mentre i sistemi di condivisione, come il Bike sharing, contano almeno 120 stazioni (dati Bikesharing Map) su tutto il territorio nazionale.
Da noi, chi fa leva sul legame con il mondo della bici per idee e progetti dʼimpresa, lo fa sapendo di essere – almeno numericamente- diverso. Guardando a format più ampiamente ambientati allʼestero, lʼItalia avanza con storie di grande identità, dal Bianchi Cafè & Cycles del lo storico marchio fondato nel 1885 da Edoardo Bianchi “che esalta la cultura made in Italy e quella bike fatta di innovazione e tecnologia” riporta Claudio Masnata, responsabile marketing. A MovimentoCentrale, nato un anno fa nella cornice storica di Siracusa per iniziativa di due appassionati che si fanno imprenditori “per dare un contributo alla diffusione del cicloturismo in Italia”. Se una città come Milano oggi è ricca di eventi e riferimenti di questo ambiente – la critical mass del giovedì, le ciclofficine popolari – lo si deve, soprattutto, alle iniziative spontanee di appassionati e associazioni di settore. E di chi da anni, concretamente, realizza una cultura di tendenza. Nasceva nel 2012 Bici&Radici – una bottega dove convivono il mondo bike e quello botanico. Qui trovate tutto sulla bicicletta – con un incursione nel mondo nostalgico dellʼEroica -, la ciclofficina, corsi di ciclomeccanica “abbiamo avuto iscritti anche dalla Puglia”– racconta Stefania Tussi, titolare assieme a Marco Fantasia – e poi piante, fiori e accessori.
Lʼanno successivo, 2013, è stata la volta di Upcycle Cafè in zona Piola che, rifacendosi agli urban bike cafè del nord Europa, ha aperto le porte di uno spazio di incontro, scambio, co-working, riparazione biciclette, facendo leva sulla ristorazione “senza lʼansia della consumazione”. Più giovane il progetto avviato in zona Porta Genova che offre una sosta con un calice di vino. Ciclosfuso è negozio di bici e ciclofficina, ma anche vineria con bistrot, dove si organizzano mostre ed eventi. Non da meno le iniziative di Torino, con Pai Bikery e il Bike Cafè di Pinerolo o quelle di Bologna che, nel 2015, ha inaugurato Dynamo la Velostazione di Bologna, dallʼidea dei fondatori di dare ai ciclisti urbani “una casa” per ritrovarsi.
In Italia dal 2011 al 2014 l’uso della bicicletta è passato dal 3,1% al 4,2% (Fonte Istat, 2015)
Interessante poi lʼincursione del mondo dei servizi in questo mercato. Come Urban Bike Messengers, consegne a domicilio in bicicletta. La società milanese è stata rilevata nel 2008 da tre soci, Matteo Castronuovo, Rita e Gianni Fiammengo, che lʼhanno portata a una crescita costante “il 2015 ha registrato un incremento del 67% rispetto allʼanno precedente”. Oggi la flotta conta circa 25 corrieri “dodici dei quali assunti a tempo indeterminato e uno stipendio di 1.200 euro per 14 mensilità” ci racconta Castronuovo. A Milano UBM realizza circa 500 prese al giorno “compreso il food delivery per ristoranti, sushi bar e quello di aziende agricole bio che stoccano nei nostri magazzini, lasciando a noi la consegna ai clienti in modo totalmente non inquinante”. Inoltre nel capoluogo lombardo è attiva una partnership con DHL “un progetto per ridurre la presenza di automezzi a partire dal centro storico, noi copriamo il quadrilatero della moda”. UBM, dal 2012, è presente anche a Bologna, ma avverte Castronuovo “Sono state fondamentali le ottime referenze del nostro affiliato. Preferiamo uno sviluppo controllato. Meglio pochi ma buoni”.
La bici? Una scelta conveniente: i mezzi con cui in Europa ci si sposta quotidianamente (Quality of Transport, 2014): automobile 54%, trasporto pubblico 19%, a piedi 14%, bicicletta 8%, motocicli 2%, treno 2%. L’uso dell’automobile passa dal 38% al 64% a seconda che ci si trovi in grandi città o in aree rurali. La bici varia tra il 7 e l’8%. Chi sceglie la bici lo fa per due ragioni tra: convenienza 49%, velocità 27%, accessibilità 18%, prezzo 24%, e rispetto ambientale 22%.
bicitalia.org è il sito per la promozione della ciclabilità
MovimentoCentrale
Volevamo aprire un ostello per ciclisti perché – da cicloturisti che siamo – se ne sente la mancanza in Italia – raccontano Chiara Pota e Alfonso Peralta che nel 2015 hanno inaugurato il primo bike cafè nel centro storico di Siracusa -, abbiamo dovuto rivedere i nostri piani per via dell’investimento. Ora ci definiamo un punto di ritrovo e di ristoro per ciclisti e non solo, abbiamo la ciclofficina e realizziamo gli stessi servizi che avevamo in mente nel progetto originario grazie alla creazione di un network collaborativo”. Dal noleggio “in partnership con un negozio di bici locale che ha acquistato i mezzi, noi li abbiamo brandizzati, i ricavi sono divisi a metà”. Ai tour in bicicletta “che organizziamo, ma facciamo anche da raccordo tra i parchi e l’offerta ricettiva”. MovimentoCentrale, che compie proprio ora un anno, si presenta negli arredi come uno spazio modulare “l’architetto ha tradotto la nostra esigenza di versatilità con un progetto che utilizza cubi modulari che, a seconda delle esigenze, vengono ricollocati”. Quello in cui vi imbatterete in questo angolo di Ortigia è stato interamente realizzato dai suoi fondatori “la cura per l’immagine ci viene dal nostro background professionale – specifica Chiara – a Milano Alfonso ha lavorato molti anni come grafico, io nel settore della comunicazione”. La scelta di essere imprenditori ha a che fare con il desiderio di lasciare una traccia sul territorio per le generazioni future: “il mestiere più difficile è imparare a fare gli imprenditori, ciò che ci dà soddisfazione è scoprire che, oggi, è una parte di mondo a venire a trovarci, non solo turisti italiani ma anche tedeschi, inglesi, francesi, australiani e canadesi.
Bianchi Cafè & Cycles
Punta sullʼeleganza questo spazio che traduce una storia più che centenaria in un modernissimo tempio della bicicletta. Qui celebrerete i riti quotidiani della ristorazione o acquisterete una due ruote esclusiva, con lʼassistenza di un rilevatore di pedalata che vi dirà la struttura di telaio adatta. Il Bianchi Cafè & Cycles del capoluogo lombardo è stato voluto da Salvatore Grimaldi, patron del gruppo svedese proprietario di Bianchi dal 1996. “È unʼoperazione a cui lʼazienda tiene molto – racconta il responsabile marketing Claudio Masnata – il primo store con questa concezione è
stato aperto a Stoccolma nel 2010. Quello di Milano è unʼevoluzione che punta sullʼalto standard qualitativo nellʼofferta ristorativa, oltreché essere vetrina della più moderna tecnologia applicata in ambito ciclistico”. Una mossa che vuole impressionare il contesto urbano in cui si colloca. “In uno spazio di oltre 600mq lavorano 16 persone, a cui si aggiunge il personale della sede di Treviglio che collabora quotidianamente per la buona riuscita del progetto – interviene Fabrizio Casellato, CFO Bianchi -. Siamo un punto di riferimento nel mercato e con questo format apriamo le porte per confermarci sinonimo di eccellenza. Il nostro target è trasversale e lo vogliamo coinvolgere in modo diverso, come con collaborazioni per bike tour di alto livello”.
Quello che Bianchi sta facendo, sotto la guida di Grimaldi, è di portare, gradualmente, questo format in tutto il mondo “In Italia ci arrivano richieste da Roma o dalla Riviera Romagnola. E poi Londra, San Francisco, Santiago del Cile. Valuteremo con molta attenzione ogni fase di possibile sviluppo. Questi sono mercati dove il nostro marchio è già presente – prosegue Casellato – si tratta di dare qualcosa in più valorizzando anche lʼitalianità di origine del brand grazie allʼofferta ristorativa”. Per capire la rilevanza che questa esperienza ha per il marchio, si aggiunga un elemento sulla strategia “quando nel 2010 abbiamo aperto uno store a Bergamo per le nostre biciclette, temevamo una disaffezione da parte dei dealer, invece abbiamo notato che la penetrazione del
marchio è cresciuta” conclude Casellato.