Intervista a Marco Gualtieri, fondatore di Seeds&Chips, il primo salone internazionale dedicato alle aziende e startup digitali che stanno innovando nella filiera agroalimentare
Appena rientrato dall’Eat Forum di Stoccolma e in partenza per gli Usa, riesco a catturare l’attenzione di Marco Gualtieri, fondatore di Seeds&Chips, che mi accoglie nel suo ufficio di Corso Sempione in Milano con il suo inconfondibile stile modesto ed affabile.
L’imprenditore è reduce dal successo planetario di Seeds&Chips – The Global Food Innovation Summit, che nell’edizione dello scorso maggio tenutasi in Fiera a Milano, ha visto come testimonial di grande prestigio il 44esimo Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, accolto in una sala conferenza gremita di giornalisti e personalità di spicco provenienti da tutto il mondo.
Il Summit è stato il coronamento di un sogno?
“La comprensione della vera rilevanza del cibo e dell’innovazione tecnologica non è ancora, di fatto, cosi ampiamente diffusa e sentita. Ero fortemente intenzionato ad organizzare un evento su tale tema,
asset strategico per lo sviluppo economico planetario, con una personalità di rilievo che consentisse al sistema Paese di accreditarsi a livello internazionale. Ho scritto a Sam Kass, chef-consigliere della Casa Bianca, trasmettendogli il mio sogno di portare Obama all’evento di maggio. Dopo pochi giorni, mentre ero in riunione con i miei collaboratori, è giunto, con mio grande stupore, l’assenso del Presidente. In studio non ci credeva nessuno”.
Perché proprio Obama per parlare di food innovation?
“Sguardo ai giovani, innovazione, sicurezza alimentare, contenimento dei disequilibri alimentari nel mondo, sostenibilità, riduzione degli sprechi, big data e tracciabilità nel settore agroalimentare, alcuni dei concetti chiave di Seeds&Chips, sono sempre stati al centro della politica del Presidente. Provo inoltre molta empatia nei confronti di un persona dotata di grande lucidità e competenza, a cui si uniscono purezza, convinzione e tenacia.
Spontaneità e umanità sono state ancor più palesi la sera prima dell’evento. Di fronte ad una mia punta di preoccupazione, in quanto nulla era stato programmato nel pieno rispetto della modalità auspicata da Obama, non dimenticherò mai le parole del Presidente: “domani andrà benissimo e sai perché? Sono 20 anni che mi occupo di temi di innovazione e cibo, semplicemente domani lo faremo davanti a tanta gente, per proseguire con azione concrete dopo l’evento. Prima però ti devi riposare”.
L’innovazione nel food non è tuttavia all’origine dei suoi trascorsi professionali. Come è approdato a Seeds&Chips?
“Da sedicenne mi sono occupato dell’organizzazione di eventi benefici della Lega Italiana per la lotta contro i tumori, presso la società del Giardino di Milano, un’esperienza che si è rivelata un’ottima palestra formativa nel mondo del sociale e della raccolta fondi. Sono poi passato, durante il liceo, alla gestione di abbigliamento personalizzato per la nautica, trasformando in business una delle mie grandi passioni, la vela. Nel 1997 ho iniziato l’entusiasmante avventura di TicketOne, studiando una serie di servizi a supporto del turismo straniero in Italia e del miglioramento qualitativo dell’ospitalità. La privatizzazione dei servizi aggiuntivi dei principali musei italiani, consentita dagli interventi legislativi,
mi ha condotto all’informatizzazione partendo dal settore museale di Firenze. In parallelo ho portato avanti Netcomm, consorzio del commercio elettronico in Italia, ho lanciato una casa di moda,
ho gestito iniziative di valorizzazione turistica in ambito di trasporto aereo, grazie a cui ho intensificato la mia rete di contatti specie in Usa. Ma le esperienze non finiscono qui.”
Poliedricità e dinamismo sembrano caratterizzare il suo operato, sono questi i fattori che la conducono al food?
“La vita è movimento continuo, l’innovazione segue e tenta di anticipare il flusso vitale. Cosi nel 2006, la mia indole pionieristica e le casualità rappresentate da amici che mi hanno chiesto di supportarli nella realizzazione di alcuni progetti legati al food, mi hanno portano alla stesura di una parte della candidatura di Milano all’Expo 2015. Ritenevo che sarebbe stata un’occasione unica di valorizzazione delle eccellenze italiane nel mondo a condizione che la legacy creata venisse portata avanti nel tempo. Su questo filone di pensiero ho ideato un format sul cibo “Seeds&Chips”, la cui prima edizione è avvenuta a due mesi dalla cerimonia di apertura di
Expo2015. Una piattaforma di crescita e confronto, un’occasione eccezionale per giovani, imprenditori, startupper, e non solo in cui presentare le principali novità in ambito tecnologico, di prodotto e di funzione in un settore esistenziale come quello del cibo ”.
A proposito di cibo, quali sono gli ingredienti imprescindibili affinché un progetto possa essere di suo interesse e a cosa non puoi rinunciare?
“In primis ad un buon caffè, (sorride), poi alla libertà di pensiero e di azione, specie se volta ad enfatizzare la bellezza di Milano e del Paese nel mondo. Innovare e valorizzare le nostre eccellenze sono
dei must ed ho già in serbo molte altre sorprese”.