L’Argentina di Marcelo e la scalata verso Milano. Quanto le tue origini hanno influenzato il tuo stile?
Il mio stile è un mix di tutti i posti dove sono stato, le esperienze fatte, le cose viste. Certamente le mie origini della Patagonia Argentina sono per me un tema ricorrente, dalla simbologia degli indigeni Mapuche alle comunità hippie di El Bolsón. Tutto il clima di club e rave culture del centro Italia degli anni ’90, che da un certo punto di vista allora era il centro del mondo, nel quale ho passato l’adolescenza e che mi ha infine portato a Milano, è un altro cardine del mio immaginario. La spiritualità e l’esoterismo, insieme a tutti quei movimenti che possiamo definire “street” e ai quali sono tutt’ora legato, sono infine lo scalpello con cui scolpisco il mio stile.
A quali influenze si ispira lo stile di County of Milan?
County of Milan, per certi versi sono io e io, per altri, sono County of Milan. È una conversazione aperta su di me e sui miei interessi, con un filtro “commerciale” perché oltre la poetica, i brand sono anche fatti di prodotti.
Qual è il tuo pubblico?
Il mio pubblico è un gruppo allargatissimo di amici ed amici di amici, ma anche di “sconosciuti” che vogliono diventare amici. County of Milan come “contea” è un aggregatore culturale di identità, personaggi, talenti, artisti, sportivi, musicisti, in continua crescita, inclusivo e aperto.
In che cosa si differenzia County of Milan?
County of Milan, a differenza di molti brand, non nasce da una trovata commerciale e da un business plan, ma in maniera organica, da una community che si era creata intorno a me nel periodo in cui organizzavo eventi e spesso ero in viaggio come dj. C’è una cultura alle spalle del marchio, vedendo cosa succede intorno a County of Milan si sente.
Quali collaborazioni sono nate con il tempo?
Le collaborazioni sono la vera forza di County of Milan e sono un’ottima occasione per avviare nuove conversazioni, avvicinarsi a nuovi pubblici, ibridarsi. Con il tempo ne sono nate tantissime e di vario genere: automobili con Lamborghini, bomber con Alpha Industries, champagne con Moët & Chandon, abbigliamento con NBA, MLB, Muhammad Ali, sneakers con Reebok, boots con Timberland, sedie con Kartell, candele con Seletti, coperte con Pendleton, tappeti con Illulian, occhiali con Linda Farrow e Retro Super Future… solo per citarne alcune.
Come si è evoluto il mondo della moda post pandemia?
Nonostante la pandemia non penso il mondo della moda sia cambiato molto. Dopo aver provato un approccio digitale, nel momento in cui era impossibile il contatto, si sono tutti un po’ adattati, ma appena è stato possibile, sono tutti subito tornati a organizzare sfilate, feste, cene, cocktail party. La vera differenza l’abbiamo vista nelle abitudini di acquisto delle persone.
Fondazione Marcelo Burlon: di cosa si tratta?
Fondazione Marcelo Burlon è una fondazione che si occupa del sostegno dei diritti umani, delle minoranze culturali e di genere, della sensibilizzazione sulla ricchezza delle diverse culture autoctone, della promozione e divulgazione delle arti figurative, performative e digitali. L’ho inaugurata lo scorso giugno con un festival insieme a Club To Club, tenutosi a Ibiza su un palco circolare circondato da Ulivi centenari nel mio giardino, con performance curate da Arca. La documentazione dell’evento, affidata agli ospiti e rielaborata da Weirdcore è poi uscita in streaming a fine settembre a sostegno di Casa Marcella, una casa rifugio per persone trans. Con la fondazione abbiamo di recente supportato Watot, un progetto umanitario legato al nuoto per i bambini della Tanzania; ed OutPut, un ciclo di performance di Riccardo Benassi e Michele Rizzo, curate da Davide Giannella, in occasione del MiArt.
Progetti per il futuro?
Ne ho sicuramente molti, sto lavorando su e tramite la Fondazione per individuare progetti e per aiutare a diffondere e creare cultura. Ho certamente anche obiettivi per County of Milan e progetti in divenire, ma in linea di massima preferisco parlare del presente.
L’ultima domanda di rito: gli ultimi 3 brani ascoltati della tua lista di Spotify?
-Rock fe la Selva Madre, Pescado Rabioso -Como un pajaro libre, Mercedes Sosa -Epuyen, Lautaro Dávila
Rubrica iLoby a cura di Christian Gaston Illan e Maria Giulia Linfante
Fotografie di Emilio Tini