CASA® INTERNATIONAL APRE IL PRIMO FLAGSHIPSHOWROOM A MILANO

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Progettato da Mauro Lipparini, anima creativa del brand, lo spazio espositivo racconta brand identity e filosofia del marchio attraverso quattro ambienti distinti immaginati in aperto dialogo con il genius loci milanese

Inaugurato nel capoluogo lombardo il primo flagshipshowroom in Italia al numero 3 di Via Larga. Brand nato nel 2015 dall’incontro tra l’architetto e designer industriale Mauro Lipparini e Casa®, azienda fondata nel 1992 da Hasan Kasan ad Ankara e, a oggi, uno dei principali produttori di mobili in Europa, Casa® International arriva a Milano con uno spazio che non si limita a raccontare la brand identity del marchio attraverso i suoi modelli iconici, ma che è stato progettato dallo stesso Lipparini per esprimere la filosofia progettuale del brand nella sua completezza.

Lo showroom, che si sviluppa longitudinalmente con le vetrine affacciate su una strada di grande passaggio a pochi passi da Piazza Duomo, si articola in quattro ambienti distinti, ciascuno definito da elementi architettonici che scandiscono il ritmo degli spazi interni.

Protagonista della prima area è il grande muro in ceramica “taglio al vivo” rappresentativo di un’architettura solida e ancestrale. L’ambiente è stato completato con il dining table Tavolara e con il divano Positano, tra i primi e più rappresentativi modelli di Casa®, premiato al suo esordio, nel 2015, con il Best of Year Award dal magazine Interior Design. Espressione di un’architettura razionale, appena ammorbidita ai bordi estremi, Positano è un divano modulare composto da generose piattaforme accostabili tra loro ed elementi imbottiti che possono essere spostati senza vincoli, vivacizzando gli equilibri dei volumi. L’abbinamento con Tavolara, dining table dall’identità geometrica essenziale, in cui la leggerezza scultorea delle gambe contrasta con lo statuario corpo volumetrico del tavolo, contribuisce a definire un ambiente dall’eleganza senza tempo.

Il secondo spazio si configura attorno a una generosa parete in vetro fumé cannettato, “che lascia trasparire la presenza di piante in modo dinamico e un po’ grafico” sottolinea Lipparini, richiamando le tipiche greenhouse in stile Mid-Century. Un’atmosfera esaltata dalla presenza del divano Augusta e del tavolo Circeo. In entrambi i casi il riferimento è la località di mare, l’omonima baia siciliana, nel caso di Augusta, della quale il divano, con la sua presenza scultorea dal sapore semi-astratto, riprende la forma allungata e curvilinea, e il celebre promontorio laziale, luogo ricco di misticismo e leggenda che, nel tavolo Circeo, si esprime attraverso il gioco compositivo delle bacchette che ne rappresentano la struttura portante, come rami dispersi e poi ricomposti dal vento secondo una naturale armonia.

Al centro del terzo ambiente, a dominare è un “volume scultoreo, che in modo astratto riecheggia un camino”, sottolinea ancora il designer. La struttura sospesa, in metallo verniciato, richiama ampi spazi residenziali, scaldando l’ambiente come un ideale focolare domestico al quale voler tornare, come suggerisce la scelta del divano Ithaca. In abbinamento, la libreria Solaro, sistema dall’architettura slanciata, definita da segni netti nello spazio, che scandiscono ed esaltano un vuoto che ognuno può riempire a proprio piacimento, trasformando così ogni spazio abitativo.

Il quarto e ultimo ambiente, che assolve anche il ruolo di area workshop, richiama “lo spazio più intimo dell’abitare”, come sottolineato da Lipparini, evocando avvincenti storie familiari della colta borghesia di inizio Novecento, grazie all’uso della boiserie in noce canaletto, che ne riveste interamente le pareti, pavimento e soffitto inclusi, fornendo un palcoscenico ideale alla perfetta sinergia tra il tavolo Carlino e la libreria Trevisina. In entrambi i progetti, grande protagonista è il ritmo, quello regolare e leggero dei raggi che definiscono il tronco di cono sul quale poggia il piano in vetro del tavolo Carlino, e quello sincopato, dato dai vuoti e dai pieni della libreria Trevisina, che insieme sembrano riempire l’atmosfera di una melodia che invita a un composto relax.

Il rapporto tra elementi d’arredo e architettura d’interni ha giocato dunque un ruolo fondamentale nella progettazione dello showroom, “andando a costituire un preciso diaframma di scene”, come sottolinea ancora Lipparini, che prosegue: “Il nuovo flagship milanese di Casa® International, pur nella continuità d’immagine del brand, si esprime in un modo autonomo, interpretando quella dialettica evolutiva che tiene conto, come tutti gli altri progetti del brand, delle relazioni che devono instaurarsi nel e con il luogo, così che in questo caso lo spazio espositivo assume una sua propria espressione, di schietto sapore meneghino”.

E ancora il designer racconta la prima intuizione avuta per questo progetto: “Il flagship sorge in una centralissima e vivace area milanese, caratterizzata dal ritmo incalzante del fluire di veicoli e pedoni, segnata da uno slargo dove confluiscono corsi, vie e passaggi ordinati da semafori che lasciano, a chi passa, il tempo di rallentare e soffermarsi. Sin dal primo sopralluogo questa «frenesia rallentata», un ossimoro di spazio-tempo che indirizza lo sguardo e lo dilata, ha catturato la mia attenzione, stimolandomi alle riflessioni sulle potenzialità del luogo. Un’andatura ritmata di velocità e lentezza, come se scorressero in una pellicola cinematografica tanti fotogrammi, frame che incorniciano le vetrine, ma anche finestre sugli interni che raccontano una storia scandita da precise immagini in sequenza. Questi sono i capisaldi del progetto che si è delineato molto velocemente, evocandomi da subito un’icona di Milano, la vettura storica del tram. Il vagone, i finestrini, le vetrine sono sequenze di storie, come fotogrammi viventi, costruiti da altre storie ancora, che si esprimono di giorno e di notte secondo stimoli diversi”.

Seguendo la metafora di Mauro Lipparini, ogni frame, ogni scena che compone il film che racconta la storia Casa® International negli spazi del nuovo showroom, nascono dalla ricerca di equilibrio tra l’estensione longitudinale dello spazio volumetrico, le materie prime, ma anche elementi come i colori e i trattamenti delle superfici – intonaci naturali leggermente texturizzati, ceramiche che recuperano la matericità fossile, legni di noce, vetri cannettati e lacche lucide riflettenti –, e ovviamente l’illuminazione, che gioca un ruolo fondamentale nel definire l’atmosfera complessiva.

Lo studio sulle luci ha portato Lipparini a progettare un gioco tra chiaroscuri e illuminazione diretta “pensato apposta per evidenziare di volta in volta gli attori di questa pellicola: l’intento non è, infatti, quello di illuminare generosamente e indistintamente, quanto invece di creare intimità, in modo attento, a vantaggio del singolo prodotto. In questo modo, anche chi pone lo sguardo su ciascuno di essi, può goderne pienamente, per una migliore percezione immaginifica ai fini del nostro racconto” conclude il designer.

A cura della Redazione

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