PASQUA VINI CONTINUA A CRESCERE E INVESTE SUL FUTURO

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In occasione del centenario, pasqua vini incrementa lo sforzo in qualità, ricerca e promozione mettendo al centro i suoi progetti vinicoli iconici. Con Rizzoli, presenta “ode al futuro”, il libro dedicato al centenario che rovescia la prospettiva: onora il passato, parlando di futuro.

Il futuro è l’ambiente di migliore comfort per Pasqua Vini, l’azienda vitivinicola veronese che, con i suoi vini iconici e pluripremiati, porta nel mondo un messaggio di creatività e saper fare da cento anni. Le celebrazioni del Centenario, presentate in conferenza stampa al PAC, uno dei luoghi simbolo dell’arte contemporanea a Milano, sono nello stile che meglio ne sintetizza la visione: investimenti a consolidamento della crescita dei prossimi 100 anni e creazione continua di inaspettate prospettive sul mondo del vino.

Motore propulsore del successo di Pasqua sono gli Icons, i vini iconici su cui l’azienda ha investito con coerenza e determinazione – in modo particolare negli ultimi dieci anni – e che ne hanno garantito le performance solide, nonostante le turbolenze dei mercati.

La cantina ha saputo rileggere con sguardo nuovo e audace una delle aree più radicate in pratiche vinicole tradizionali, come quella veronese, e i risultati, sia economici sia di critica, hanno confermato la solidità di questa visione e strategia. 

La crescita robusta con cui l’azienda ha chiuso l’anno è spinta dalle brillanti performance raggiunte nel mercato americano – dove si rafforza la penetrazione – in controtendenza rispetto ai dati negativi del settore in generale, e comunque superiori alla crescita media del vino italiano.

L’azienda conferma il legame sempre più profondo con il mondo dell’arte contemporanea che, che negli ultimi otto anni, ha alimentato molteplici conversazioni intorno al brand, attraverso diverse discipline artistiche e collaborazioni con una trentina di artisti, contribuendo al suo posizionamento incisivo, alla definizione di un’identità distintiva e una voce precisa.

Arte e vino condividono il valore della creatività. La vicinanza tra l’azienda e l’arte è anche la condivisione di un metodo similare nella genesi dei progetti: un processo creativo che, da un’intuizione o da un nuovo sguardo sul reale, si trasforma in un percorso fatto di ricerca, di tentativi e scoperte fino al risultato finale, sia esso un’opera d’arte o un nuovo vino.

In occasione delle celebrazioni per il proprio Centenario, il dialogo tra Pasqua e l’arte si struttura in un progetto complesso di collaborazioni sia editoriali sia artistiche che, da Verona, coinvolgerà numerosi mercati, a partire dal Regno Unito dove è stato rinnovato l’accordo di partnership per la realizzazione di un’installazione con Saatchi Gallery, uno dei nomi più prestigiosi nell’arte contemporanea.

Proseguendo il dialogo creativo tra i vini della cantina e gli interpreti delle nuove forme espressive, Pasqua ha scelto un partner autorevole come Rizzoli per la pubblicazione del libro “Ode al futuro”, che attraverso cinque vini iconici, interpretati da cinque artisti e un autore scelto per la sua cifra stilistica, codifica la visione di Pasqua sul futuro. Il libro raccoglie le loro opere d’arte, realizzate su commissione appositamente per il Centenario, e si trasformerà in un’esperienza immersiva attraverso il percorso installativo che sarà presentato a Vinitaly, aperto gratuitamente al pubblico.

Con questo progetto, arrivano a circa 6 milioni di euro gli investimenti complessivi a sostegno all’arte, dal 2018 a oggi.

Pasqua Vini chiude il 2024 con un fatturato consolidato di 63,5 milioni di euro (in crescita del 6% rispetto al 2023) e aumenta la propria quota di export (che passa dall’87,6% al 90,2% rispetto all’anno precedente), presidiando 71 mercati nel mondo.

Era il 2014 quando, sotto l’impulso di una nuova governance e l’ingresso in azienda della terza generazione Pasqua, la cantina avviava un profondo rinnovamento. Sostenuta da importanti investimenti dentro e fuori il vigneto, la crescita del fatturato degli ultimi 10 anni è stata spinta dal successo dei progetti vitivinicoli innovativi, con cui l’azienda si è imposta sul mercato con una nuova voce.

Il rinnovato slancio dell’azienda – concentrato sul consolidamento del know how acquisito e la premiumizzazione delle linee in portafoglio, culminata nella nascita delle Icons che oggi rappresentano la spinta innovatrice di Pasqua – è premiato dalla critica e dal mercato.  Grazie alla focalizzazione in ricerca e sviluppo, alla capacità di interpretare il territorio con codici stilistici nuovi e all’impegno di adattare il proprio business ai singoli mercati attraverso strategie mirate e verticali, in dieci anni il fatturato della cantina è raddoppiato.

Le brillanti performance dell’azienda nel mercato statunitense registrano una crescita di quasi il 40%, grazie anche a nuove partnership commerciali. Il dato è in controtendenza rispetto al sensibile calo dei consumi delle bevande alcoliche oltreoceano (con il vino a -7,2% in volume e -6,3% in valore), dovuto a un maggiore orientamento verso la moderazione e la crescita del comparto no alcol. Considerando i risultati raggiunti dal settore enologico italiano nel mercato americano (+5,4% a valore rispetto al 2023), le robuste performance di crescita Pasqua negli States sono migliori dei dati medi del settore.

I vini rossi e bianchi fermi (che rappresentano i driver di penetrazione principale di Pasqua) sono la scelta preferita dai frequent users più maturi e, se nel nostro Paese il terroir e la denominazione orientano la scelta d’acquisto, negli USA a spingere le vendite è soprattutto l’identità dell’azienda e il vitigno.

Il profilo del consumatore americano vede i Millenials (40% del totale) sempre più attenti ai vini premium, degustati principalmente fuori dalle mura domestiche, mentre Baby Boomers e Gen X preferiscono il consumo at home.

Pasqua ha orientato la propria strategia nel mercato Americas in maniera mirata, andando a individuare, Stato per Stato, le collezioni di vini che meglio si sposavano con le scelte del target.

Pasqua crede che ogni vino rappresenti l’incontro tra presente, passato e futuro, frutto di impegno quotidiano ma anche di un saper fare tramandato di generazione in generazione, unito alla visione innovativa della cantina.

In Pasqua Vini la genesi di un nuovo progetto vitivinicolo nasce principalmente da un’intuizione, una visione e un’urgenza di muoversi verso un sentiero inesplorato, che innesca il processo creativo e che trova la sua messa a terra nello studio, nella ricerca, nella pratica. Lo stesso sentire lo vive l’artista quando inizia a creare la sua opera. Un percorso che, per molti aspetti, accomuna il mondo del vino a quello dell’arte: in entrambi i contesti il desiderio è quello di mettere al centro emozioni, connessioni e visioni, dove la creatività diventa la chiave dell’unicità. È questa comunione di intenti il punto di contatto tra Pasqua Vini e gli interpreti a cui, nel corso degli anni, la cantina ha dato sostegno e voce.

Pasqua, attraverso “Ode al futuro”, non vuole raccontare solo la sua storia ma soprattutto il suo futuro, descrivendo la traiettoria a venire, indagando l’intersezione tra creatività, arte e vino.

Ode al futuro” è fortemente ancorato ai cinque progetti vitivinicoli che Pasqua ritiene siano la massima espressione della sua visione. I cinque vini iconici, scelti dalla cantina per essere l’ossatura di tutto il programma celebrativo, con la loro personalità e il loro stile rappresentano la sua storia, il suo presente e il suo futuro.

Per festeggiare il Centenario è previsto un articolato programma di attivazioni ed eventi in Italia e nel mondo, a partire dalla pubblicazione di un libro, edito da Rizzoli, che già con Pasqua ha realizzato una serie di collaborazioni a New York. Il libro è disponibile in pre order sullo shop online della casa editrice.

Cinque capitoli, cinque approcci diversi per descriverne i protagonisti, la cui interpretazione creativa è stata affidata alla direzione di Marco Cisaria (Foll.ia) e ai testi dello scrittore, sceneggiatore e regista Filippo Bologna. La parte visiva vede il coinvolgimento di altrettanti artisti provenienti da tutto il mondo: Michael Mapes (Usa), Sofia Crespo (Portogallo), Gaia Alari, Enzo e Giuseppe Ragazzini (Italia).

Filippo Bologna gioca con gli stili e i linguaggi per dare voce a storie in continua evoluzione. Con il suo approccio narrativo sofisticato e ironico, struttura i cinque capitoli ognuno con una propria identità ispirata allo stile di vinificazione o all’essenza del vino che racconta, rispecchiando lo spirito di ricerca e sperimentazione che definisce Pasqua e il suo saper fare. “Ode al futuro” è un libro a testa-coda, concepito per essere letto da entrambi i versi, rispecchiando la visione del vino e del concetto di creatività secondo Pasqua Vini: un dialogo aperto, che può essere affrontato da più prospettive.

Nel capitolo L’eredità del domani, dedicato a Famiglia Pasqua, partendo da un’epopea familiare, Bologna descrive non solo l’evoluzione della dinastia Pasqua, ma anche le trasformazioni della società italiana nel corso di un secolo. A raccontare, con la propria sensibilità artistica, Famiglia Pasqua è Enzo Ragazzini, pioniere della fotografia, che per primo esplorò l’elaborazione parametrica delle immagini: a lui il compito di creare un ponte tra passato e presente, rielaborando scatti storici della famiglia Pasqua e dei momenti di produzione.

In Aspettati l’inatteso, protagonista è Mai Dire Mai, l’interpretazione più radicale dell’Amarone della Valpolicella firmato Pasqua: l’intrigante e rocambolesca genesi del vino si prestava a un racconto dal sapore cinematografico, che Bologna ha tradotto in una sceneggiatura. Giuseppe Ragazzini è l’artista che firma la rilettura di Mai Dire Mai: con la sua capacità di unire pittura, collage e tecnologia per creare movimento, l’opera che concepisce è un dipinto digitale incentrato sul tema della convivialità e delle relazioni umane, proiettato su tela fisica, per creare dialogo tra staticità e dinamismo.

A 11 Minutes è dedicato Desiderio Liquido, capitolo incentrato sul rapporto con il tempo, indagato attraverso la profondità di istanti fugaci ma carichi di senso, come gli 11 minuti di skin contact che definiscono l’identità del vino. Michael Mapes è un artista americano le cui opere frammentate nascono dal recupero e dallassemblaggio di piccoli pezzi, creando nuove immagini. Per 11 Minutes, crea un mosaico dove foto, campioni di terreno e impronte digitali si fondono per restituire un’altra visione. Avvicinandosi, lo spettatore scopre ogni singolo dettaglio che compone l’iconografia complessiva.

In Non a caso, Filippo Bologna adotta un approccio metaforico per raccontare quanto l’arte dell’assemblaggio di diverse annate, che in Hey French è caratteristica distintiva, richieda equilibrio e raffinatezza. A raccontare per immagini il primo bianco fermo multi-vintage italiano, la portoghese Sofia Crespo, specializzata nella descrizione delle relazioni e connessioni intime che legano uomini e tecnologia. Per Hey French crea un modello di IA partendo da un dataset di 1.000 immagini scattate nel vigneto durante la dormienza post-vendemmia.

Con affetto tua prende vita attraverso un epistolario immaginario, un testo apocrifo che restituisce voce a un personaggio affascinante e senza tempo come Cecilia Beretta. A dare corpo a Terre di Cariano Amarone della Valpolicella, l’artista italiana Gaia Alari, le cui opere valorizzano la narrazione preservando la tecnica dell’animazione tradizionale. Ispirata a un tableau vivant, l’opera parte del colore nero intenso della bottiglia, con l’etichetta che si trasforma in fiume, foresta, città, culminando in una figura femminile ornata di simboli, incarnazione di Cecilia Beretta. L’animazione esplora così i concetti di radici, territorio e identità femminile.

La cantina veronese ha scelto la manifestazione enologica  per dare il via alle celebrazioni dell’anniversario, con un palinsesto di appuntamenti in fiera e in città.

Il programma celebrativo culmina a Vinitaly, dove sarà presentata l’installazione artisticaOde al futuro”, che esplora il processo creativo che si cela dietro a cinque dei vini simbolo della cantina: Famiglia Pasqua, Mai Dire Mai, 11 Minutes, Hey French, Terre di Cariano Cecilia Beretta.

Un percorso museale site specific, accolto nella preziosa cornice di Giardino Giusti e articolato in più sale espositive, accompagnerà il visitatore attraverso la storia, presente e futuro, di Pasqua.

Esclusivamente per la stampa, è previsto un vernissage venerdì 4 aprile alle 12.00, quando l’intero complesso museale sarà chiuso e accessibile solo ai giornalisti.

L’esposizione artistica, realizzata dal collettivo Foll.ia, si snoda in un percorso che coinvolge tutta l’ala sud del Palazzo Giusti. In due sale verrà allestito uno spazio espositivo dedicato ai cinque vini protagonisti di Ode al futuro, mentre nella terza sala i visitatori vivranno unesperienza immersiva attraverso un’installazione digitale ad alta tecnologia, in una Infinity Room site specific. Prendendo spunto dal gioco del caleidoscopio, la struttura interna sarà ricoperta di specchi, sui cui verranno proiettate le opere dei diversi artisti, creando una sensazione di totale immersione dovuta alla moltiplicazione delle immagini sulle superfici.

Fare vino è un’arte e una sfida creativa troppo spesso sottovalutata. Concepirlo e realizzarlo significa affrontare passaggi e ostacoli molto simili a quelli che incontra un artista alle prese con la propria opera.

Questo volume nasce dalla volontà di esplorare la creatività come un dialogo fertile e incessante tra arte, narrazione e processo enologico. Pasqua sceglie l’arte, ancora una volta, ma in una modalità insolita, per raccontare il processo creativo alla nascita del vino.

Il libro nasce dall’incontro di Pasqua Vini con lo studio creativo Foll.ia, che ha ideato un concept creativo per questo libro traendo ispirazione dall’essenza di cinque vini iconici, che hanno segnato i primi cento anni di storia della cantina. E sono cinque gli artisti contemporanei internazionali che li hanno interpretati in un’opera originale e inedita: Gaia Alari, Sofia Crespo, Michael Mapes, Enzo Ragazzini, Giuseppe Ragazzini. Un excursus affascinante tra la storia di un’importante cantina e il mondo della pittura, della letteratura e delle installazioni artistiche. Un mosaico visivo e sensoriale curato dallo scrittore, sceneggiatore e regista Filippo Bologna.         

A cura della Redazione

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