MARCO RIVA,PRESIDENTE CONI LOMBARDIA

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Quali sono le principali responsabilità che ricopre il CONI Lombardia e i progetti più significativi che sta portando avanti in questo momento?

“Il CONI, emanazione del Comitato di disciplina regolamentazione e gestione delle attività sportive nazionali e l’Ente pubblico cui è demandata l’organizzazione e il potenziamento dello sport nazionale, promuovendo la massima diffusione della pratica sportiva. Da Statuto il Comitato olimpico nazionale
italiano è la Confederazione delle Federazioni Sportive e delle Discipline Associate. Fondato il 9 e 10 giugno del 1914 a Roma in via permanente, oggi il CONI è presente in 105 Province, 19 Regioni e 2 province Autonome, riconosce 50 Federazioni Sportive Nazionali, 13 Discipline Associate, 14 Enti di Promozione Sportiva Nazionali, 20 associazioni Benemerite. A questi organismi aderiscono circa 120.000 società sportive per un totale di circa 12 milioni di tesserati. Solo in Lombardia abbiamo un totale di circa
25.000 società sportive e quasi 3 milioni di tesserati. Il ruolo principale dei Comitati regionali CONI è quello di mantenere il rapporto con il territorio. Da sempre, il principio della condivisione guida i nostri sforzi verso la diffusione della pratica sportiva e al tempo stesso degli insegnamenti nati da valori che sempre più diventano patrimonio universale della cultura mondiale. La territorialità è fondamentale: non si può prescindere dalla conoscenza di luoghi, impianti e soprattutto persone nella costruzione di un modello funzionale. Ci impegniamo tutto l’anno per avere sotto osservazione lo stato di salute del sistema regionale, per studiare sinergie, conoscere le criticità per poterle risolvere, sollecitare interventi e sostenere il mondo sportivo.”

Cosa può chiedere il CONI Lombardia a Milano Cortina 2026?

“Di coinvolgere il più possibile la base di tutte le discipline. La spinta deve venire dal basso, non essere calata dell’alto. Il successo anche della più grande manifestazione, non ha altri segreti. Ho ancora impresso le immagini di Londra 2012; in quell’occasione c’era un’intera popolazione coinvolta nei Giochi.
Tutti davano un’indicazione o un aiuto, ognuno era orgoglioso di essere un tassello di un avvenimento di quella portata. Il senso di Olimpiadi e Paralimpiadi nazionali deve essere culturale ma anche sociale, turistico ed economico. Deve essere il trionfo dello sport e dei valori olimpici. Lo si può fare solo
sensibilizzando tutta la comunità. La sfida del CONI Lombardia vuol essere quella di mettere a sistema le eccellenze della regione, che già esistono e vanno solo valorizzate. Bisogna ricordarsi che lo sport
non è solo legato alla parte prettamente agonistica, ma anche a un sistema di valori che dovrebbero trovare la loro massima espressione proprio nell’esperienza olimpica. La promozione dei valori sportivi, dunque, dev’essere una delle nostre missioni, insieme al sostegno alla pratica sportiva. I cinque cerchi rappresentano lo sport in tutto il mondo, non c’è bisogno di aggiungere altre parole.”

La Lombardia è una regione leader anche dal punto di vista dei risultati olimpici e non solo… Nelle ultime edizioni dei Giochi Olimpici sia estivi che invernali ha portato tantissime medaglie

“Esatto. Questi risultati nascono proprio dalle esperienze del territorio, con il lavoro incessante poi fatto insieme alle Federazioni e alle Associazioni sportive e con il supporto fondamentale dei gruppi sportivi militari e dei corpi civili dello stato. Il nostro impegno è forte per essere presenti il più possibile a queste realtà. Siamo orgogliosi dei risultati conquistate dalle nostre atlete e dai nostri atleti, che rispecchiano il ruolo di guida della regione come numero di tesserati e di associazioni sportive, ma tutto questo non è mai casuale: non ci dimentichiamo che alla base di tutto c’è un grandissimo lavoro fatto da dirigenti e tecnici sportivi che operano con competenza, dedizione e passione dalla più grande sino alla più piccola realtà locale. Senza di loro non avremmo avuto questi risultati e come CONI vogliamo supportare
al meglio le attività che vengono fatte sul territorio. Lo sport è sicuramente molto di più che attività fisica e benessere. Lo sport è turismo, salute ed è un driver economico importantissimo anche dal punto di vista
infrastrutturale, pensiamo a quello che si può realizzare in previsione di un grande evento sportivo. Lo sport, si può dire, è fusione di valori. Non è un caso che al motto olimpico originale “Più veloce, più in alto, più forte” sia stata aggiunta un’ulteriore parola che è “insieme”. Perché solo superando gli
individualismi si potranno portare avanti progetti comuni, il valore dei 5 cerchi sta proprio nel saper cogliere questa sfida, guardare oltre a sé stessi.”

Quale strada ha scelto per promuovere i valori dello sport?

“La promozione dei valori passa proprio dalla presenza sul territorio. Vogliamo essere protagonisti sui campi, nelle palestre, nelle piscine, sulle strade, in ogni luogo dove si fa sport, ma anche nelle scuole, nelle
università, nei luoghi di aggregazione in tutte quelle strutture dove c’è chi pratica lo sport ma anche dove la cultura formativa nasce e si sviluppa. Con la Scuola regionale dello Sport del CONI siamo vicini a tutto il mondo sportivo lombardo. Non vogliamo tenere “lezioni”, vogliamo condividere le esperienze di oltre un secolo di passione sportiva, attraverso la diffusione della conoscenza e della storia. Non parliamo soltanto di imprese memorabili, ma anche di valori assoluti che proprio la storia dello sport ci ha regalato sia nei momenti di gioia che in quelli più critici. Il nostro mondo è lo specchio della società in cui viviamo ed
in esso è possibile vivere pregi e difetti dei sistemi che ci governano. Per fare tutto questo, dobbiamo utilizzare metodi, toni e vocalità differenti a seconda della platea: un impegno non indifferente che ci impone aggiornamenti costanti e flessibilità assoluta, con la speranza di trovare sempre degli interlocutori istituzionali aperti al dialogo e alla condivisione dei valori che sono un punto cardine condiviso. Don Bosco diceva: Compito di un educatore è trovare quella corda sensibile e farla vibrare. Credo che
sia una missione che noi, uomini di sport, dobbiamo inseguire con perseveranza.”

Ci dicono di tante attività e tanta partecipazione di tutti all’interno del CONI Lombardia?

“Sì, confermo. Ci sono tantissime attività in atto, dal supporto allo sport regionale, alle collaborazioni con enti pubblici, privati, civili e militari, ai Centri CONI dalle Benemerenze ad atleti, tecnici e dirigenti agli Educamp, dalla Giornata nazionale dello Sport al CONI Lombardia Award. L’attività continua e che coinvolge tutto il movimento sportivo delle commissioni e che vanno a toccare tantissimi temi, l’impiantistica, la cultura, il marketing, le imprese, la sostenibilità, la scuola, l’integrazione, i finanziamenti allo sport. E poi l’instancabile attività di formazione e informazione della Scuola regionale dello Sport.”

Il clima di unione ha caratterizzato la sua elezione all’unanimità. È soddisfatto del suo mandato come Presidente del CONI Lombardia?

“Molto soddisfatto del clima che si è creato all’interno della nostra grande famiglia. È stato un quadriennio dove c’è stata tantissima sintonia. Mai voci fuori posto ma sempre dialogo costruttivo e sostegno da parte di tutto il movimento che ha lavorato all’unisono superando le criticità. Ci siamo mossi come un’orchestra in cui ciascuno ha avuto la propria peculiarità ma si è messo al servizio del movimento.
Sono molto soddisfatto e devo ringraziare tutta la Giunta e tutto il Consiglio assieme a tutte le federazioni, le discipline sportive, gli enti di promozione, le associazioni benemerite e associazioni sportive. Il CONI Lombardia, il movimento olimpico nella nostra regione, è formato dai milioni di sportivi che fanno vivere i valori dello sport sul territorio. E sono grato di aver avuto da loro l’onore di poterli rappresentare.”

Quali sono le principali sfide che ha affrontato finora nella sua attività e come le ha superate?

“Le associazioni sportive hanno dovuto affrontare alcune criticità esterne e alcuni momenti di cambiamento e trasformazione anche non semplici; prima la pandemia poi la crisi energetica, ed infine la riforma dello sport. Dal punto di vista dei risultati sono particolarmente soddisfatto e lo dimostrano quelli ottenuti dalle nostre squadre e dai singoli atleti a tutti i livelli ed in molte discipline. Ma non possiamo nascondere e anzi, è nostro compito segnalare qualche criticità per via della riforma dello sport e della
sua applicazione, fermo restando che ogni forma di innovazione e miglioramento del movimento non solo è auspicabile, ma addirittura benvenuta, è necessaria per stare vicino al mondo dell’associazionismo
sportivo e accompagnarlo dentro queste normative. Una rivoluzione che si può affrontare tutti insieme facendo per prima cosa tanta, tantissima formazione; e noi come CONI siamo stati in prima linea sensibilizzando le diverse istituzioni, perché in ballo non c’è solo l’aspetto agonistico, ma pure quello sociale.”

È una considerazione perfetta. E che testimonia come lei sia presente sul territorio. Ma che atteggiamento si può avere allora?
“Guardando comunque con ottimismo al futuro e tenendo in serissima considerazione le persone che offrono gratuitamente il proprio tempo alla comunità. Ho assistito così come lo hanno fatto tutte le sentinelle del territorio (presidenti, delegati, fiduciari, dirigenti, operatori sportivi) a tante persone che vorrebbero mollare, scoraggiate da quel che sta accadendo. Anche a loro dico di essere positivi. Bisogna tornare a cogliere e valorizzare le opportunità che dà lo sport, anche dal punto di vista culturale.”

Il CONI Lombardia collabora con le istituzioni locali e le associazioni sportive per promuovere lo sport a livello regionale?
“Con tantissime iniziative e collaborazione lavorando assieme. Da soli non si va lontani. Lo sport ce lo insegna, soprattutto quello di squadra, ma anche quello individuale dove per ottenere risultati serve il lavoro dei tecnici, dei medici, dei dirigenti ed il supporto di famigliari e amici. Così anche nelle nostre attività serve il supporto di tutti, entità del pubblico e del privato.”

Inclusione e l’accesso allo sport è un tema attuale?
“Il tema è molto attuale e lo stiamo trattando con tutto il mondo sportivo. Fondamentale innanzitutto la collaborazione stretta con il CIP Lombardia che rappresenta il mondo paralimpico a livello territoriale
assieme ad altre entità che si occupano del mondo della disabilità tra cui Special Olympics. È necessario che lo sport venga visto come attività essenziale e per questo abbiamo il fermo convincimento che solo lavorando insieme e facendo sentire tutti protagonisti si possono raggiungere dei risultati di eccellenza. Tutto questo si trasla ovviamente nella politica sportiva: nessuno deve rimanere escluso dai nostri progetti e per questo lavoriamo ogni giorno per aumentare i servizi offerti e le opportunità di partecipare. Non sempre è facile: fondamentale è capire che i personalismi sono secondari rispetto all’obiettivo di
portare gioia e opportunità di crescita a più persone possibili. Oggi affrontiamo questa sfida con l’appoggio e il supporto della coscienza collettiva: la nostra società va sempre più verso l’inclusività come
valore cardine del vivere civile. Se mi permette una sottolineatura importante, noi oggi dobbiamo fare ancora molto, all’interno del nostro programma, per rendere lo sport accessibile a tutti quei giovani che vivono in una situazione di emarginazione a seguito della crisi economica, e dobbiamo farlo capendo anche che tutti facciamo parte di una sola famiglia.”

C’è un messaggio che vorrebbe trasmettere ai giovani anche legato a Milano Cortina?
“Non c’è dubbio che serva un riconoscimento che possa arrivare alle future generazioni, ed è a loro che ha cominciato a pensare il CONI Lombardia negli anni del mio mandato, facendo tanta formazione
con la speranza che sempre più giovani possano diventare presto tecnici e dirigenti perché sono la linfa di un movimento che ha bisogno di ricambio per restare ad alto livello.”

Il suo mandato è contraddistinto da una particolare considerazione della parità di genere con tante iniziative sul ruolo delle donne nel mondo dello sport.

“Ne sono convinto e non solo per una mera questione di quote rosa o parità di genere. Lo sport ha bisogno di una visione femminile, delle intuizioni delle donne con le idee che sanno mettere sul campo. Devono occuparsi sempre di più di sport. Abbiamo avviato molti progetti, continueremo a farlo anche in futuro.”

Può raccontarci un po’ del suo percorso personale nel mondo dello sport?
“La mia passione per il mondo dello sport è ormai nota. Dal punto di vista dell’operato nel mondo sportivo, oltre a quello praticato, la mia avventura nel mondo del CONI è nata dopo un master in management dello sport dove attraverso un’esperienza a Londra, mi sono occupato di formazione nel mondo dello sport prima come segretario, dopo come direttore della scuola regionale dello sport.
Il passo successivo nel comitato organizzatore di eventi come i mondiali di pallavolo o quelli di scherma oltre che di altri eventi nazionali ed internazionali. Infine, l’esperienza nella Giunta del CONI Lombardia come rappresentante delle federazioni, fino all’elezione a Presidente del CONI Lombardia nel 2021.
Spero di poter dare ancora tanto al movimento sportivo. Sono molto grato per quello che sento girando tra campi, piscine, palazzetti e luoghi di sport; questa è la forza che mi danno le tantissime persone per andare avanti.”

A cura di Christian Gaston Illan

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