Così lontana eppure così vicina. Siderale, come solo una campionessa olimpica può essere mentre canta lʼInno nazionale dal gradino più alto del podio facendoti sentire sotto pelle lʼorgoglio di essere italiana. Di famiglia, come può essere solo unʼatleta che diverse generazioni hanno conosciuto bambina e hanno visto diventare donna, vasca dopo vasca, medaglia dopo medaglia. Vittorie anche sofferte, come è giusto che sia perché “sport” e “vita” non siano solo parole. Negli anni Federica Pellegrini ha saputo conquistare, oltre al podio, anche la scena mediatica. Perché dietro ai risultati si intuisce una personalità che non può lasciare indifferenti. E da lì a diventare personaggio il passo è breve. Oggi “Fede” è testimonial di diverse iniziative e aziende. Jaked, azienda di articoli per il nuoto e sportswear che insieme ai marchi Yamamay e Carpisa è parte del gruppo Pianoforte Holding, è il suo sponsor tecnico. Ci ha concesso questa intervista mentre si allena a partecipare alle prossime Olimpiadi di Rio de Janeiro.
Idee chiare e zero scorciatoie.
Il talento, allenato con una
grande preparazione e con
una determinazione straordinaria,
offre la capacità di rialzarsi sempre,
anche dopo le sconfitte,
che fanno parte della vita
come dello sport.
Così si vince per Federica Pellegrini, nuotatrice, campionessa olimpica, personaggio, orgoglio italiano. E forse, futura imprenditrice.
Federica Pellegrini, classe 1988, è una nuotatrice italiana, specializzata nello stile libero. È la primatista mondiale in carica dei 200 metri stile libero ed europea dei 400 metri.
Ha fatto parte della nazionale italiana ai Giochi della XXVIII Olimpiade di Atene nel 2004, dove ha conquistato la medaglia d’argento nei 200 metri stile libero diventando a soli 16 anni e dodici giorni la più giovane atleta italiana di sempre a salire su un podio olimpico individuale, riportando i colori azzurri al successo 32 anni dopo l’exploit di Novella Calligaris. Nel 2008 ha vinto la medaglia d’oro nei 200 metri stile libero alle Olimpiadi di Pechino, stabilendo il quarto record del mondo della propria carriera.
Che cosa significava sport per lei quando ha iniziato a nuotare e che cosa significa oggi?
Quando ho iniziato a nuotare ero piccolissima e lo “sport” non poteva avere un senso ben definito per me, anche se crescendo ho imparato cosa significa fare sacrifici. Oggi il nuoto per me è quasi unʼ osmosi, una fusione con lʼacqua. E interpreto la vita secondo i valori sportivi: la disciplina, il rispetto del prossimo e la forza di resistere.
Quando diventa testimonial di unʼiniziativa o di una azienda, che valori deve incontrare?
Sicuramente serietà, precisione e professionalità. Poi mi affascina la visione, che deve emozionarmi o avere punti in comune con la mia persona.
Lei si è resa disponibile per diventare portabandiera per l’Italia alle Olimpiadi di Rio del 2016. Che cosa significa per lei essere italiana?
È un onore essere candidata e sarebbe unʼemozione grandissima portare il tricolore in quello che in assoluto è lʼevento sportivo per me più ricco di significati: i Giochi Olimpici. Per me essere italiana significa far parte fino allʼessenza di una comunità e di un territorio, non solo perché mi ha dato i natali. Mi sento molto patriottica e condivido il senso di appartenenza al mio paese, difendendone la storia e contribuendo a diffonderne la cultura, anche grazie alle mie vittorie sportive. Ho avuto il privilegio di veder innalzare la bandiera italiana di cantare lʼinno dal podio: in quel preciso momento mi sento più che mai felice di essere italiana.
Preparazione atletica, determinazione, fortuna. Qual è l’elemento decisivo in una vittoria?
Idee chiare e zero scorciatoie. Il talento, allenato con una grande preparazione e con una determinazione straordinaria, offre la capacità di rialzarsi sempre, anche dopo le sconfitte, che fanno parte della vita come dello sport.
L’abbigliamento tecnico può fare la differenza in una competizione?
Certo. Il costume per il nuotatore è uno strumento di lavoro e, come tale, va curato nei minimi dettagli. I miei costumi, per esempio, sono sviluppati dai laboratori Ricerca e Sviluppo di Jaked in base alle più avanzate tecnologie. E nonostante siano già realizzati su misura, ricevono piccolissime e altrettanto importanti modifiche prima di ogni competizione.
Qual è la vittoria personale di cui si sente più orgogliosa?
La medaglia dʼoro olimpica di Pechino 2008. Un gradino sotto, solo uno, lʼatmosfera magica dei due ori ai Mondiali di Roma nel 2009. E in entrambi i momenti, avevo il supporto e la fiducia di Jaked.
Quanto conta la notorietà di uno dei suoi protagonisti per rendere popolare uno sport?
Sicuramente la popolarità dellʼatleta può essere di grande aiuto e di traino per il suo sport, soprattutto per allargare il target di riferimento e far conoscere la sua disciplina.
Quando si passa da essere campione a essere brand?
Credo che sia un percorso di crescita individuale, che non si costruisce dallʼoggi al domani. Allʼinizio devi avere la fortuna che chi ne sa più di te orienti bene la strategia, poi impari alcuni concetti e li applichi difendendo la tua personalità. Il salto arriva, nel momento in cui vinci e ti fai notare, quando la competenza bilancia lʼattitudine.
Nel 2011 ha inaugurato il suo wine bar, Tacco 11. Perché ha intrapreso questa iniziativa?
In realtà è unʼiniziativa di famiglia, che io ho appoggiato con entusiasmo. Mio padre Roberto Pellegrini è sempre stato un professionista in questo settore e la cosa più naturale per lui è stata quella di far nascere una sua creatura. Così è nato il nostro Tacco 11 American Bar a Spinea, dove tuttora vive la mia famiglia.
Ha mai pensato di avviare unʼimpresa?
Non mi sento ancora unʼimprenditrice ma conto di valutare questo aspetto una volta terminata lʼattività agonistica che, ad oggi, assorbe tutto il mio tempo e le mie energie.
A che cosa pensa quando nuota?
A tutto e niente in particolare. Faccio progetti grandi, mi pongo obiettivi e alimento le mie motivazioni. In alcuni momenti mi capita anche di pensare al menù da preparare per la cena o al colore delle unghie!
Link utili:
Beesness n.1/2016 – Cover: Federica Pellegrini